Ecco i 10 soffitti più sorprendenti del mondo (tre sono in Italia)
Ariosi come orizzonti, preziosi come pizzi delle Fiandre o in revival eclettici, da sempre i soffitti sono la chiave di volta di un edificio, sinonimo imprescindibile dello slancio creativo di architetti, artisti e decoratori. La severa bidimensionalità del Medioevo è stata limata dalla razionalità prospettica del Rinascimento fino a sbocciare nelle ampie volute e intrecci del liberty di fine Ottocento. Ammiriamo insieme 10 straordinarie complessità visive, caleidoscopici effetti trompe l’oeil dell’Est e dell’Ovest.
Il castello di Sammezzano, sorge su una collina poco distante dalla città di Firenze. Fonti storiche dichiarano l’esistenza del castello già a partire dall’ottavo secolo. Robert Davidsohn, storico tedesco, racconta nella sua “Storia di Firenze”, che Carlo Magno durante il suo ritorno da Roma nel 780 si sarebbe fermato presso il castello. A quel tempo non si trattava certo di una costruzione in stile moresco. Il castello di Sammezzano come lo si può visitare oggi è il risultato di più di quarant’anni di lavori (avviati e conclusi tra il 1843 e il 1889).
Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, politico, collezionista nonché proprietario del castello, volle modernizzarlo, ispirato dall’allora in voga stile orientale. Il castello di Sammezzano non è che una fantasia, un delirio di colori e forme, liberamente ispirate da racconti di una lontanissima India e di quel che in Spagna resta dell’invasione dei Mori. Col naso all’insù ci sentiamo in uno dei racconti di Shahrazād, trasportati in un luogo dell’anima.
Il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, politico, collezionista nonché proprietario del castello, volle modernizzarlo, ispirato dall’allora in voga stile orientale. Il castello di Sammezzano non è che una fantasia, un delirio di colori e forme, liberamente ispirate da racconti di una lontanissima India e di quel che in Spagna resta dell’invasione dei Mori. Col naso all’insù ci sentiamo in uno dei racconti di Shahrazād, trasportati in un luogo dell’anima.
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